Decoupage sopra e sotto vetro su sfondo satinato con stencil e cere.
Il fiore non si vanta della sua bellezza, il suo profumo e le sue corolle sono il suo dono alla terra.
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Non si crea mai niente che non esista già.
La “creazione”, in senso poetico come in chimica, è trasformazione.
lunedì 29 aprile 2013
Magnolie
domenica 28 aprile 2013
Paesaggio africano
Ringraziamenti
"CREMONA- 27 aprile 2013-Armonia compositiva. Corso teorico pratico sulla composizione-Rosanna Del Bon."
ABBIAMO SEGUITO IL CORSO DELLA NOSTRA CARISSIMA AMICA PdZ ROSANNA DEL BON CHE CI HA MOSTRATO NUOVI ORIZZONTI NELL'AMBITO DELL'ARTE DEL DECOUPAGE ED APERTO NUOVE PORTE VERSO PROSPETTIVE INEDITE.
INTENDIAMO RINGRAZIARLA PER LA SUA GENTILEZZA E PAZIENZA E PER LE SUE INDISCUTIBILI DOTI ARTISTICHE. GRAZIEEE!!!!!
mercoledì 24 aprile 2013
Il cestino della nonna diventa fioriera
Recupero vecchio cestino da lavoro con c decoupage. |
“Sono andato in camera e mi sono seduto vicino alla nonna. Sono rimasto a
osservarla. Mi sono venute in mente molte cose. Che belle merende che
ho fatto a casa sua: pane e nutella, budini, pane burro e marmellata,
girelle, succhi di frutta. Lei, che da bambina ha sofferto la fame,
rimediava con me. Si portava il sacchetto con le cose da mangiare e il
succo di frutta per me anche quando andavamo al cinema il pomeriggio.
Per lei era anche importante sapere che cosa volevo mangiare. Fino a
qualche anno fa, quando stava ancora bene, se andavo a trovarla il fine
settimana, appena finivo di mangiare mi chiedeva subito cosa volevo la
settimana dopo.
“Nonna adesso sono pieno e poi è settimana prossima, come faccio a saperlo?”
“Allora ti faccio un bel piatto di pasta, e magari delle polpette.”
Dopo pranzo, quando ero piccolo, stavo spesso da lei perché mia madre lavorava. Ricordo che facevo i compiti seduto a tavola mentre mia nonna lavava i piatti o sistemava la casa e poi si metteva sul divano e faceva un piccolo riposo. Quando si svegliava la battuta era ormai diventata d’obbligo. Apriva gli occhi e faceva un piccolo grido: “… Aaaaahhh, oddio cosa ho fatto!”.
E io: “Cosa hai fatto?”.
“Ho schiacciato… un pisolino.”
Adesso magari non fa ridere, ma quando ero piccolo ridevo sempre. Mi faceva ridere quella cavolata. Come la barzelletta del fantasma formaggino. Non capisco come mai avesse così successo.
“… Sono il fantasma formaggino…”
“… vieni qui che ti spalmo sul panino…”
Boh!
Mi piaceva da morire quando mi chiedeva di infilarle il filo nella cruna dell’ago, perché lei non ci vedeva bene. Mi faceva piacere perché quando si è piccoli sono rare le occasioni di essere utili agli adulti. Se l’avevo vista prima infilarsi il filo in bocca per fare bene la punta, allora lo prendevo dall’altra parte perché mi faceva schifo. A volte il filo aveva un microscopico filino che impediva l’ingresso. Ma con un paio di tentativi riuscivo a infilarlo. Era bello soprattutto vederla rammendare le calze, perché per farlo ci faceva scivolare dentro un uovo di legno.
Aiutavo mia nonna anche quando cucinava i fagiolini e bisognava togliere le punte. Si staccavano con le unghie e si mettevano in una pagina di giornale sul tavolo, poi si buttavano via. Oppure ricordo quando mi faceva stirare i fazzoletti. Mi piaceva arrivare con la punta del ferro da stiro proprio nell’orlo dell’angolo. Sembrava si infilasse un poco sotto. O quando mi chiamava per piegare le lenzuola. Per ridere io le giravo sempre dalla parte opposta alla sua, così invece che piegarsi giuste si avvitavano. Era divertente quando, prima di venirci incontro per piegare l’ultimo giro, lei tirava forte per stenderle bene: io volavo dalla sua parte. Quanto mi ha sopportato e quanto mi ha voluto bene. Me lo ha sempre dimostrato anche con la prova dei piedi. Io mi passavo le dita delle mani tra quelle dei piedi e poi gliele facevo annusare. “Se mi vuoi bene annusi.”
Se si fosse svegliata in quel momento, forse l’avremmo persa per sempre. Io seduto al suo fianco con la faccia distrutta, sai che spavento…”
“Nonna adesso sono pieno e poi è settimana prossima, come faccio a saperlo?”
“Allora ti faccio un bel piatto di pasta, e magari delle polpette.”
Dopo pranzo, quando ero piccolo, stavo spesso da lei perché mia madre lavorava. Ricordo che facevo i compiti seduto a tavola mentre mia nonna lavava i piatti o sistemava la casa e poi si metteva sul divano e faceva un piccolo riposo. Quando si svegliava la battuta era ormai diventata d’obbligo. Apriva gli occhi e faceva un piccolo grido: “… Aaaaahhh, oddio cosa ho fatto!”.
E io: “Cosa hai fatto?”.
“Ho schiacciato… un pisolino.”
Adesso magari non fa ridere, ma quando ero piccolo ridevo sempre. Mi faceva ridere quella cavolata. Come la barzelletta del fantasma formaggino. Non capisco come mai avesse così successo.
“… Sono il fantasma formaggino…”
“… vieni qui che ti spalmo sul panino…”
Boh!
Mi piaceva da morire quando mi chiedeva di infilarle il filo nella cruna dell’ago, perché lei non ci vedeva bene. Mi faceva piacere perché quando si è piccoli sono rare le occasioni di essere utili agli adulti. Se l’avevo vista prima infilarsi il filo in bocca per fare bene la punta, allora lo prendevo dall’altra parte perché mi faceva schifo. A volte il filo aveva un microscopico filino che impediva l’ingresso. Ma con un paio di tentativi riuscivo a infilarlo. Era bello soprattutto vederla rammendare le calze, perché per farlo ci faceva scivolare dentro un uovo di legno.
Aiutavo mia nonna anche quando cucinava i fagiolini e bisognava togliere le punte. Si staccavano con le unghie e si mettevano in una pagina di giornale sul tavolo, poi si buttavano via. Oppure ricordo quando mi faceva stirare i fazzoletti. Mi piaceva arrivare con la punta del ferro da stiro proprio nell’orlo dell’angolo. Sembrava si infilasse un poco sotto. O quando mi chiamava per piegare le lenzuola. Per ridere io le giravo sempre dalla parte opposta alla sua, così invece che piegarsi giuste si avvitavano. Era divertente quando, prima di venirci incontro per piegare l’ultimo giro, lei tirava forte per stenderle bene: io volavo dalla sua parte. Quanto mi ha sopportato e quanto mi ha voluto bene. Me lo ha sempre dimostrato anche con la prova dei piedi. Io mi passavo le dita delle mani tra quelle dei piedi e poi gliele facevo annusare. “Se mi vuoi bene annusi.”
Se si fosse svegliata in quel momento, forse l’avremmo persa per sempre. Io seduto al suo fianco con la faccia distrutta, sai che spavento…”
Una sedia da principessa
Recuper vecchia sedia con stencil e cuscino di pizzo. |
"I sogni son desideri, chiusi in fondo al cuor. Nel sogno si è più
sinceri e si esprimono senza timor. Se hai fede chissà che un giorno la
sorte non ti arriverà | tu non disperarti, nel presente ma credi
fermante e il sogno tuo s'avvererà." Cenerentola
Una sedia da sogno...
" Riciclo e recupero creativo" n.2 |
Una bambina romantica
che adora i pizzi, il colore rosa e le atmosfere magiche delle fiabe i
cui protagonisti sono principi e principesse ed una vecchia sedia dimenticata
in una soffitta polverosa … Che cosa
possono avere in comune?
Apparentemente nulla, ma con un po’ di fantasia la vecchia
seggiola si può trasformare …
Abbiamo deciso di
rinfrescare il colore bianco che il
tempo aveva consumato.
Poi abbiamo pensato di eseguire con il colore rosa antico
degli stencils che richiamassero il motivo
di un pizzo per rendere la sedia molto romantica.
Con della seta pesante dello stesso punto di rosa degli
stencils abbiamo rivestito un’anima di gommapiuma sagomata sulla seduta.
Con del pizzo bianco molto leggero abbiamo ricoperto il
cuscino e realizzato dei frivoli volants … ed ecco… la principessa può attendere comodamente seduta il suo
principe azzurro.
martedì 23 aprile 2013
Audrey
Decoupage su tela con fondo stucco, effetto dentelle, stencil con cere e perline. |
"Per avere labbra attraenti, pronuncia parole gentili.
Per avere uno sguardo amorevole, cerca il lato buono delle persone.
Per avere un aspetto magro, condividi il tuo cibo con l'affamato.
Per avere capelli bellissimi, lascia che un bimbo li attraversi con le proprie dita una volta al giorno.
Ricorda, se mai avrai bisogno di una mano, le troverai alla fine di entrambe le tue braccia. Quando diventerai anziana, scoprirai di avere due mani, una per aiutare te stessa, la seconda per aiutare gli altri.
La bellezza di una donna aumenta con il passare degli anni.
La bellezza di una donna non risiede nell'estetica, ma la vera bellezza in una donna è riflessa nella propria anima. È la preoccupazione di donare con amore, la passione che essa mostra."
domenica 21 aprile 2013
Dolce Audrey
giovedì 18 aprile 2013
Donne
Decoupage su ceramica con fondo craquele, stencil con cere e colori in rilievo- |
"Siamo così
dolcemente complicate
sempre più emozionate delicate
ma potrai trovarci ancora qui
nelle sere tempestose
portaci delle rose
nuove cose
e ti diremo ancora un altro si
è difficile spiegare
certe giornate amare lascia stare
tanto ci potrai trovare qui
con le nostre notti bianche
ma non saremo stanche neanche quando
ti diremo ancora un altro si."
dolcemente complicate
sempre più emozionate delicate
ma potrai trovarci ancora qui
nelle sere tempestose
portaci delle rose
nuove cose
e ti diremo ancora un altro si
è difficile spiegare
certe giornate amare lascia stare
tanto ci potrai trovare qui
con le nostre notti bianche
ma non saremo stanche neanche quando
ti diremo ancora un altro si."
martedì 16 aprile 2013
Porta occhiali allegro
Decoupage su plastica con colori in rilievo. |
"Un giorno ho preso una margherita ed ho fatto "m'ama o non m'ama"... la prima volta è venuto m'ama, allora mi ama, ma la seconda è venuto non m'ama, ma non mi sono preoccupato... anche le margherite possono mentire."
venerdì 12 aprile 2013
Portachiavi provenzale
Casa da sogno n. 21 Aprile 2013 |
" L'ingresso di una casa è il punto in cui si accoglie chi ci fa visita e l'impressione che dà parla di noi...Se la famiglia è numerosa, ognuno appoggia le chiavi dove capita, creando un disordine che non giova all'immagine che si vuole dare. Urge pensare a qualcosa che serva allo scopo, ma che, nello stesso tempo, sia decorativo.
mercoledì 10 aprile 2013
La bellezza dei fiori.
sabato 6 aprile 2013
Pappagalli.
Decoupage sopravetro su fondo satinato e colori in rilievo. |
"Quello
che vidi fu... tanti pappagalli e di tante diverse specie che era una
meraviglia; alcuni colorati di verde, altri di uno splendido giallo
limone e altri neri e ben in carne; e il canto degli altri uccelli
che stavano negli alberi era cosa così soave e melodica, che molte
volte rimanemmo ad ascoltare tale dolcezza. Gli alberi che vidi sono di
tale e tanta bellezza e leggerezza che pensammo di trovarci nel paradiso
terrestre..."
mercoledì 3 aprile 2013
Angeli su Lapis
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